MOOCS è l’acronimo di Massive Open Online Course, che sta a indicare che il corso è:
- massive perchè il corso ha l’obiettivo di coinvolgere una platea di migliaia di persone, in contrapposizione ai corsi tradizionalmente rivolti a un numero limitato di studenti;
- open perché il corso non prevede restrizioni orequisiti di accesso, utilizza risorse non proprietarie, si rivolge all’intera comunità che non paga alcuna quota d’iscrizione ed è libero;
- online, in quanto il corso è erogato in un ambiente virtuale, accessibile dovumque e in qualsiasi momento.
Le prime iniziative di corsi MOOCs sono state implementate negli USA. Tra questi i più noti sono edX la start-up nonprofit fondata dall’università di Harvard e dal MIT (Massachusetts Institute of Technology) e Coursera, staccatasi dall’università di Stanford per immettersi nel settore profit.
ma, ad oggi, sono presenti alcune iniziative importanti anche a livello europeo, come Iversity
Grazie anche alle loro enormi potenzialità, negli ultimi anni i MOOCS sono stati al centro dell’attenzione da parte di studiosi e professionisti della formazione, non solo negli Stati Uniti dove sono nati, ma anche in Europa, dove il modello si è diffuso in modo particolare negli ultimi tre anni.
Ma, alle loro potenzialità, non sembra corrispondere una qualità elevata dei contenuti e, soprattutto l’efficacia dei risultati.
Limiti e problemi
I problemi e i limiti dei MOOCS sono riportati nell’articolo MOOCs: Origin, characterization, principal problems and challenges in Higher Education di Atiaja e Guerrero , apparso nell’ultimo numero di Je-lks
Tra le principali cause che non hanno portato all’atteso successo dei MOOCs gli autori annoverano:
- la mancanza di rigore pedagogico e di un adeguato monitoraggio. Infatti, la valutazione consiste spesso in semplici test di conoscenza , mentre non viene attribuito alcun valore alla partecipazione e/o interazione dello studente con i coetanei e gli insegnanti;
- la scarsa qualità dell’instructional design;
- l’assenza del contatto personale tra i partecipanti al processo di insegnamento-apprendimento;
- la difficoltà nella certificazione delle competenze conseguite, a causa del loro carattere generalmente “non ufficiale”. Per questo molte istituzioni stanno iniziando a rilasciare la certificazione a conclusione dei percorsi, dietro il pagamento di una quota;
- il fatto di essere su larga scala rende difficile lo sviluppo della motivazione, il monitoraggio e il mentoring, per cui un’altissima percentuale di studenti non conclude i corsi;
- l’assenza di un feedback puntuale sulle attività proposte all’interno del corso limita le possibilità di risolvere i dubbi e correggere gli errori;
- le piattaforme Mooc non dispongono di sufficienti strumenti tecnologici per consentire l’ interazione sincrona ed immediata , un requisito importante per gli studenti;
- i contenuti dei corsi risultano poco innovativi e interattivi.
Soluzioni possibili
Per far fronte ai numerosi problemi, che hanno caratterizzato i MOOCs fin dall’inizio, gli autori propongono alcuni punti fondamentali:
- l’alfabetizzazione digitale sui MOOCs, con particolare riferimento all’uso di strumenti tecnologici, che consenta agli studenti di imparare a condividere, interagire, creare, analizzare e valutare i testi multimediali, ma anche a mettere in atto comportamenti eticamente corretti che tali ambienti richiedono. La formazione all’uso dei nuovi strumenti educativi è necessaria anche per i docenti;
- migliorare la qualità dell’apprendimento, aumentando il livello di automazione, in modo da permettere l’ottimizzazione dei tempi da parte dei docenti con strumenti atti a gestire il gran numero iniziale degli studenti iscritti;
- l’adozione di criteri di valutazione per l’ubiquitous learning, che comprenda anche una valutazione riflessiva sui risultati raggiunti durante il percorso;
- la definizione di un design tecnopedagogico, in cui giochino un ruolo centrale il semantic web, i Big Data, i Learning Analytics e i sistemi adattivi. Questo consentirebbe di rispondere adeguatamente alle esigenze degli studenti, di monitorare costantemente il processo di apprendimento e di fornire servizi di supporto, quale il mentoring;
- la Progettazione di nuove metodologie, che favoriscano la riflessione e l’approccio critico alle attività pratiche, con l’acquisizione di nuove competenze e la loro trasferibilità al contesto personale, sociale, accademico e professionale, gettando così le basi per l’apprendimento permanente;
- bilanciare gli aspetti tecnologici con quelli pedagogici, in modo da favorire l’apprendimento tramite l’interazione e la collaborazione;
- stabilire gli standard per valutare la qualità dell’apprendimento.
Per un approfondimento sui MOOCs, puoi consultare l’elenco delle risorse
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