Tag: istruzione superiore

Innovare l’istruzione superiore

La pubblicazione Horizon Report: 2015 higher education edition redatta da un panel di esperti di nazionalità diverse, costituisce uno dei punti di riferimento, a livello internazionale, per comprendere i cambiamenti in atto nel campo dell’education in generale e in quello dell’istruzione superiore in particolare.

Nello specifico, il report individua i trend, le sfide e gli sviluppi tecnologici a breve, medio e lungo termine, che hanno/avranno un impatto a livello pratico, politico e di leadership.

Tra le tendenze individuate nel report, si annoverano:

  • lo sviluppo della cultura del cambiamento e dell’innovazione;
  • l’aumento della collaborazione tra gli istituti che si occupano di formazione superiore;
  • lo sviluppo di ambienti di apprendimento avanzati;
  • la diffusione delle tecniche di Learning Analytics;
  • la diffusione delle open educational resources.

Le sfide

Dal report emergono 6 maggiori sfide, che interessano e ostacolano i miglioramenti nelle pratiche dell’istruzione superiore. Di queste, le prime 2 sono considerate risolvibili, le successive 2 difficili, le ultime complesse (in quanto ancora poco comprese).

Continua a leggere

La formazione per i futuri ricercatori e innovatori

Peter Siegel – CIO alla University of Southern California -, in un recente articolo pubblicato su EDUCAUSE
affronta il tema dei cambiamenti in atto nelle università statunitensi e non solo, dovuti all’avvento pervasivo delle nuove tecnologie.

Di seguito una sintesi dell’articolo.

Nuove tecnologie, multidisciplinarietà ed ecosistema globale

Le nuove tecnologie e l’infrastruttura Cloud stanno cambiando il panorama della ricerca, non solo nelle scienze informatiche, ma in modo più pervasivo in tutte le discipline accademiche.
I Big Data e le tecnologie Cloud, che fino a pochi anni fa erano semplici parole d’ordine, sono divenute essenziali per la ricerca; non solo hanno reso possibili le collaborazioni nazionali e internazionali tra docenti, ma sono diventati elementi di straordinaria importanza per le università.

Il panorama dell’istruzione superiore sta cambiando rapidamente, in conseguenza anche del fatto che le agenzie federali e statali hanno fondi sempre più limitati.
La maggior parte di tali agenzie sottolinea la necessità di focalizzare l’attenzione sulla ricerca interdisciplinare e su collaborazioni multiistituzionali, concentra gli investimenti di ricerca su progetti specifici, legati all’informatica e all’apprendimento digitale.

E’ molto importante far parte di un ecosistema più ampio, di cui non è necessario essere i proprietari, ma avere l’accesso, che solitamente si attua mediante la collaborazione e una forte pianificazione di networking.
In questo quadro, si può attivare una partnership ad esempio tra un’organizzazione che dispone di una struttura specializzata nella capacità di visualizzazione, un’altra che ha una struttura di diagnostica per immagini e una terza specializzata nei dispositivi medici integrati con l’ambiente.
Invece di utilizzare tutte le risorse di ricerca localizzate in un campus, si sta sempre più adottando la condivisione delle infrastrutture di ricerca con altre istituzioni partner, in modo formale e strategico.

Continua a leggere

L'”Uberificazione” dell’università

Nel recente articolo “the uberfication of university”, pubblicato su Discover Society, Gary Hall (della Coventry University) traccia un parallelo tra le grandi università inglesi e le grandi imprese tecnologiche, delineando gli effetti che le seconde stanno avendo sulle prime.

L’impatto che le grandi imprese tecnologiche, i cui tratti distintivi sono l’aggressività e il carattere globale, hanno sull’organizzazione del lavoro si può spiegare analizzando i dati della sharing economy.
Questa, affermatasi a partire dalla metà degli anni 2000, può essere definita come un ecosistema socio-economico che consente l’accesso a servizi come il ridesharing o il sofa surfing in modo efficiente a un utenza molto ampia.
Si ritiene, spesso, che la sharing economy sia responsabile del fatto di ricondurre i valori della comunità nuovamente all’interno dei modi con cui le persone “consumano” e del modo con cui vengono affrontate le questioni ambientali (ad esempio la riduzione delle emissioni di carbonio nel trasporto).

Alcuni aspetti della sharing economy stanno, palesemente, contribuendo a mettere in atto significativi cambiamenti nella società.
Un cambiamento è dato dal fatto che gli intermediari di servizi, come società di hotel e taxi, sono state sostituite da società intermediarie, che gestiscono dati e informazioni, come Uber, una App che consente ai passeggeri di mettersi in contatto, tramite smartphone, con taxi, rideshare o privati.

In questo senso, la sharing economy è uno dei modi in cui il neoliberismo è stato in grado di procedere con il suo programma di privatizzazioni, deregulation e riduzione al minimo dello Stato, del settore pubblico e del welfare, anche dopo la crisi del 2008-2009.

Continua a leggere